IPOTESI ONOMASTICHE
Un nome.
4)*Derivazione patronimica: sebbene mi sembri più probabile una derivazione soprannominale o ipocoristica del nostro cognome, devo dire che ho trovato diversi casi in cui Zucco o Succo o Cucco (Z, S e C sono spesso intercambiabili in molti dialetti ed in svariati casi ho riscontrato l’uso della Ç come iniziale con evidente valore di Z sorda) possono essere considerati dei nomi di battesimo veri e propri, ma quasi esclusivamente in documenti di epoca medievale (vd. EVO MEDIO). Manca per ora la prova evidente che almeno uno di tali nomi abbia costituito l’origine diretta di un cognome patronimico tra i testi che ho fin qui consultato, ma la sua discreta diffusione in varie zone del nord Italia rende molto probabile l’evenienza.
Resta da capire quale fosse l’origine ed il significato di un tale nome, e se fossero diversi da quelli soliti. Infatti nel periodo delle invasioni barbariche che precedettero e seguirono, contribuendovi, al declino dell’Impero Romano furono molti i nomi stranieri che giunsero nella nostra penisola per venire latinizzati prima e volgarizzati poi, nomi spesso trasmessi di padre in figlio.
Un primo caso potrebbe essere costituito da un altomedievale toscano Ciccus e da un medievale toscano Cocco, come riportato a pagg. 310/311 di “Archivio glottologico italiano“, G.I. Ascoli e C. Savioni, le Monnier, Firenze – 1873, che potrebbero aver avuto il significato quasi vezzeggiativo di “piccino”, ma anche in questi casi è difficile esser certi che non si tratti di soprannomi.
Così riporta nelle note a proposito del famoso toponimo toscano di Massacciuccoli (LU):
“…
27. Massaciùccoli, volgarmente Maciùccoli (Rep.; ma la prima forma e più in uso), anticamente Massa Cuccoli o -Cucchuli, cas. nel litorale di Viareggio (874)1. Il Targioni, citato dal Rep., suppone che abbia avuto nome da un nobile longobardo chiamato Cuccolo. Ciò non è difficile; ma le varie forme di tal voce, e le altre che vi si collegano, attestano una origine latina, od italica per lo meno 2. Si confronti, per le forme col -e-, Fossa-Cucci (n.° 22) e Campi-Cuccioli, contrada pianeggiante a ponente di Pontassieve, col k, primo e secondo, si ha il casato Cuccoli, piuttosto numeroso nel Vald. sup., e Cuccuini nel Chianti, Cucco, usato come soprann. a Pisa oggi ed in antico, e Cucca, id. nel Vald. sup. 3
1 Due carte dell’ 847 hanno “Massa que dicitur Ciucculi” e “loco Massaciucchuli” in M. L. V. 2.a 381;… Ciuchuli ibid. 449 (an. 858) e Massa-cuccoli ib. 558 (882).
2 A formazione romana accenna Cucciano in e. pist del 784 (Br. 2.a 261), e Cucciano o Cuzzano, cas. in V. di Montone. É dei tempi longobardici un “Coccia fil. Fridualdi” (M. L. IV. 10, an. 762). Sotto l’art ‘Rimbecca’ (in V. d’ Orcia), il Rep. fa menzione di un Cocco Salimbeni, di cui venne in potere quel castello nel s. xiv. A Città di Castello, Cuccumina era soprannome di donna bassotta e grassa.
3 Cuccare vale ‘covare’ e quindi anche ‘lusingare’, e cicco o cocco ò voce fanciullesca per ‘uovo’, e cosi dicesi il Beniamino, il figlio minore, il prediletto dei genitori (‘il covato’). La ragione del soprannome può stare in quest’ultimo senso, quanto nel fatto che alcuno da fanciullo abbia avuto il vizio di chiedere spesso il cucco (uovo), od abbia la testa lunga col vertice rotondo, oppure un cappuccio o cappello ovale (cfr. cucchio). Difatti qui al n.° 37 ritroveremo cucco come indicante una cima di forma conica tondeggiante.”
E poi per il toponimo Mancingoli(?), in Val di Magra (SP):
“…
5 Fino dai tempi longobardici appare non infrequente Ciccus e Cicus, che non hanno a che fare col più moderno Cecco = Francesco; per es.: Cichula serva M. L. IV. 94 (an. 761), «Fridulo fil. qd. Ciccuni> V. 2.» 46 (762), «Fridulo (id.) fil. qd. Cichu> ih. 61 (767), «Insari fil. qd. Ciculi» 80 (772). n nome è manifestamente aggettivo in Curte Cicuta, ripetuto tre volte in e. del 924 ib. 3.* 113, e in “rio que dicitur Cichulo” ibid. 139 (935). Vi si sente il significato di ‘piccolo’, mentre le varie forme conducono alla variante lat. ciccum e cicum; cfr. § VIII, 10, l’ant. pis. cigolo nel Voc., e rifletti che mica e cica, salvo la diversità dei costrutti, sono sinonimi nell’it.”
Un altro caso potrebbe essere costituito dal nome personale simile al nostro cognome Zocco, (dal lat. medievale zoccus = “ceppo” o dal lat. soccus = “socco, calzare usato dagli attori nella commedia, sandalo”) che
“…
Dovrebbe derivare dal nome medioevale Zoccus, nome di cui si ha un esempio nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale in un Instrumentum Confessionis dell’anno 1176: “…Zoccus iuratus testatur idem quod Sumvicus, excepto quod non vidit illos de Bernatho facere laborem castri…”, ma è anche possibile che in alcuni casi derivi da nomi di località come Zocco (BS), Grisignano di Zocco (VI), Torre di Zocco (CB), o anche da soprannome dialettale legato al vocabolo zocch (ciocco di legna). Personaggio degno di nota è stato il pittore friulano cinquecentesco Girolamo Del Zocco. Il cognome Zocco ha un ceppo a Venezia, uno nella Sicilia meridionale ed uno nel Salento” (fonte: www.cognomix.it).
In diversi casi poi un Zuccone (Zuchonus) è riportato come nome personale: ad esempio De Columbassio Zuchonus, console di Tortona (AL) nel 1230 (per un elenco completo vd. EVO MEDIO) od anche Zoccone (o Zuccone), capostipite riconosciuto della famiglia nobiliare con titolo marchionale Zucconi Galli Fonseca di Camerino (MC) XIV-XV sec. circa (vd. ALTRE FAMIGLIE).
Come un simile epiteto, ingiurioso o meno che fosse, in quei tempi lontani potesse essere considerato un nome accettabile da imporre ad un bambino e non un soprannome da affibbiare ad un qualche personaggio solo se completamente calvo od ottuso ma già adulto, ed essere imposto al battesimo in secoli in cui i sacerdoti avrebbero dovuto essere ancor più rigidi sulla scelta di quanto non lo saranno nei secoli successivi, è cosa difficile da immaginare per il gusto, le consuetudini e la sensibilità moderni.
Tuttavia ho potuto notare che Zucho , ad esempio, è un nome piuttosto diffuso in pergamene medievali di origine tridentina, il che potrebbe far pensare che, almeno in quelle zone più a contatto con popolazioni di lingua germanica, l’origine del nome fosse la stessa del nome Ugo.
Inoltre si potrebbe anche ipotizzare che il capostipite, da adulto, venisse soprannominato in quel modo per i motivi che ho già esposto, anche nella pagina DERIVAZIONI SOPRANNOMINALI, e che poi alcuni discendenti venissero battezzati nello stesso modo, facendo diventare nome ciò che in origine era solo un epiteto, solo per rendere omaggio all’avo come molti ancora fanno chiamando un figlio come il nonno, fino a diventare in seguito un cognome vero e proprio.
5)*Derivazione ipocoristica: in altri casi possibile e documentata (es. Colucci da Nicolucci), nel caso del cognome Zucconi meno probabile. Potrebbe infatti anche derivare per caduta delle lettere iniziali da un cognome più lungo quale Mazzucconi diffuso soprattutto a Bergamo ed a Firenze, o Pazzucconi (plausibilmente derivato da una forma dialettale lombarda della parola paciocco e per accrescitivo pacioccone, cioè persona corpulenta, bonaria e gioviale, molto probabilmente assegnato ad un trovatello) raro ma presente nell’Oltrepò pavese. Per quanto riguarda il cognome Mazzucconi poi, secondo il Dizionario etimologico-semantico dei cognomi italiani (DESCI), di Mario Alinei e Francesco Benozzo – ed. PM, la derivazione potrebbe essere da un nome personale Mazzo ipocoristico di vari nomi di origine germanica (forse da Matz, diminutivo di Matthias, pagg. 46, 63, 149), e per Zucchi→Zucconi come ipocoristico da un nome personale Marzucco (a sua volta ipocoristico di Marzio e legato al simbolo di Firenze) o Mazzucco (pag. 124), così come Zòcchi→Zoccòni da Mazzocchi.
6)*Derivazione professionale: in latino esiste una parola che, secondo il dizionario Charlton T. Lewis e Charles Short (1879), Oxford Clarendon Press, indica espressamente i coltivatori di zucche: cucurbitarii (i cucuzzari). Non è quindi escluso che il cognome possa derivare da una sorta di specializzazione nella professione agricola e che, in antico, ci fossero alcuni agricoltori che si dedicassero alla produzione specializzata di lagenaria per la realizzazione di contenitori per il trasporto di liquidi. Tuttavia, secondo il Totius Latinitatis Lexicon di Egidio Forcellini del 1861, il termine, che si trova nella lettera 112 n. 22 di San Girolamo a Sant’Agostino in seguito ad una polemica incorsa tra i due, starebbe ad indicare i traduttori della bibbia che ritengono che la pianta descritta dalla parola ebraica qiqayòhn nella profezia di Giona (4,6) fosse una zucca luffa, Luffa Aegyptiacae, o una lagenaria (tra i quali appunto Sant’Agostino), in contrapposizione a quelli che invece ritenevano che si trattasse di una pianta di edera ovvero di ricino, come San Girolamo stesso.
Anche queste tutte possibili, ma leggermente meno probabili di quelle soprannominali, avrebbero comunque bisogno di documenti storici a testimoniare la trasformazione dei vari nomi nel nostro cognome, documenti che per ora non ho trovato.